Il Mio 15 Novembre

Mentre osservo le lancette dell’orologio che segnano le h. 18,00, vengo improvvisamente trasportata indietro nel tempo…

Il Tempo è una strana entità… a volte, sembra una candela che si consuma lentamente, altre volte, invece, assomiglia alla fiamma ardente che tutto brucia all’istante…

Sono le h. 18 di mercoledì 15 novembre 2017.

Mammina viene trasportata d’urgenza al più vicino Ospedale (il Pertini) con l’ambulanza, per dolori al ventre, già dal mattino, ormai divenuti insopportabili… interpellata la guardia medica, si tratterebbe di una ‘mera’ colica renale e i soccorritori del 118 confermano la ‘diagnosi’… Niente di grave signò.

Mamma, poverina, è stata caricata tutta sola in quell’ambulanza… chissà come si sentirà abbandonata… mia sorella Cristiana mi dice al telefono che è inutile raggiungerla, perché non ci farebbero stare con lei, comunque, prima di due ore…

Due ore… le due ore più lunghe della sua vita, povera la mia Mamma… lasciata da sola, a contorcersi e urlare per i forti dolori, abbandonata su un lettino con le sbarre, senza nessuna cura, senza l’abbraccio e il conforto di almeno una delle sue figlie…..

Poi, alle otto di sera, entrando nella sala d’aspetto del pronto soccorso, io e mia sorella Cristiana, la troviamo così, irriconoscibile, in preda a dolori inenarrabili… il suo corpo sembra sparire dentro al grande pigiama felpato… la prendo subito tra le mie braccia, massaggiandole la schiena per rilassarla, mentre lei si abbandona a una crisi di pianto, questa volta, però, confortata dalla nostra presenza…

Mammina mia, perché stai così male? ma cos’hai? non ti hanno fatto nessuna cura? La guardo sconvolta, mentre il panico mi assale per la paura che non sia affatto una ‘mera colica renale’… eppure, al suo polso c’è un banale braccialetto verde, quindi non può essere una cosa grave

Cerco di pensare positivo, di non fissarmi sul peggio… voglio essere serena per darle conforto! Ma gli sguardi tra me e Cristiana sono sempre più preoccupati, così come i messaggi scambiati con Giorgia, nostra sorella più piccola e Michela, la figlia di Cristiana…

Il TEMPO è SOSPESO tra i respiri affannosi di Mamma e i nostri sospiri nervosi nell’attesa del suo turno…

I suoi movimenti sono sconnessi, sembra divorata da un fuoco interno, non riesce a star ferma in una posizione e si tiene le mani sulla pancia, tra una ‘fitta’ e l’altra che le leva il respiro… il suo viso, così bello, è molto tirato e mostra tutti i segni dell’affaticamento, del dolore insopportabile…

Parliamo con le infermiere per far anticipare il suo turno di visita nel reparto dei medici, perché la visitino subito, ma il nostro tono non è abbastanza imperativo perché ci ascoltino!!!

dovremmo URLARE: PORTATELA DENTRO!!!!

Ma non vogliamo agitare Mamma che, poverina, già è terrorizzata da quello che sta accadendo dentro di sé…

Ecco Mamma, ora ti visitano e poi torniamo a casa! Finalmente arriva il suo ‘turno’ di visita… viene inghiottita dentro al reparto, nuovamente sola…

IL TEMPO tra noi fuori e lei dentro si ostina a non passare mai… forse, chissà, magari lo fa anche apposta a non correre in questo frangente… in fondo, anche lui si è intenerito davanti alla mia Mamma meravigliosa, colpevole solo di essere finita nelle mani di gente insensibile e incapace di provare anche solo quel poco di empatia per alleviare la sensazione del dolore e della paura…

Le speranze di riportarla subito a casa vengono distrutte dalla notizia del chirurgo di turno: operazione d’urgenza! Non si sa quale sia la causa della massa enorme che ostruisce l’intestino…. ma solo con l’operazione lo potranno scoprire e non c’è più tempo da perdere… è già andata molto avanti!

E’ GIA’ ANDATA MOLTO AVANTI

Vorrei urlare e dire le cose più brutte ma….

Riprendendo il mio tono, uso parole educate per dire loro che sono stati RESPONSABILI del peggioramento delle condizioni di mia madre, avendola lasciata in ATTESA per ORE, invece che farle una semplice analisi del sangue, dalla quale si sarebbe vista subito la terribile situazione in cui versava già dal suo arrivo….

ALTERNO RABBIA AD ANGOSCIA MA…

MA NON POSSO LASCIARMI ANDARE, DEVO PROTEGGERE MAMMA!

Mentre dentro di me sprofondo negli abissi dell’angoscia, davanti a lei metto in scena il mio sorriso più sereno, cercando di apparirle tranquilla, per infonderle coraggio, dicendole che, non appena tolta quella brutta ostruzione, starà immediatamente meglio!!

Io e Cristiana, distrutte ma speranzose, accompagnamo la Nostra Mammina, le nostre mani nelle sue, fino alla porta della sala operatoria e, prima di entrare, sorridendo, le diciamo di fare la brava, che l’operazione durerà poco e noi siamo lì ad aspettarla!!!

Mammina ci regala un sorriso meraviglioso, che sembra invocare la speranza…

Il 15 novembre del 2017 si conclude così, sospeso nel tempo dell’attesa di un altro giorno, nella speranza che porti con sé la notizia che tutte noi vogliamo sentire….

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